Clitocybe nebularis (Batsch) P. Kumm. |
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Classe Agaricomycetes Fungo molto ricercato in alcune zone della Toscana che solleva sempre infinite discussioni sulla sua commestibilità, anche se ormai la comunità scientifica ne riconosce la tossicità o quanto meno l' intolleranza in alcuni soggetti; infatti fa parte di quei funghi chiamati a “tossicità incostante” in quanto può provocare disturbi gastroenterici anche importanti, secondo la soglia di tolleranza del consumatore. Sulle cause girano varie ipotesi, le più accreditate sono : 1) consumo crudo o poco cotto (sicuramente tossico in quanto contiene emolisine) 2) azione per accumulo dovuta a pasti ravvicinati o eccessive quantità 3) presenza di Volvariella surrecta (fungo parassita con micelio tossico) Studi recenti hanno individuato 77 sostanze volatili tra cui alte concentrazioni di 2-feniletanolo e benzaldeide responsabili di mal di testa, nasuea e vomito in soggetti esposti a inalazione prolungata e alcuni principi citotossici tra cui la Nebularina resistente alla cottura anche prolungata e un gruppo di proteine naturali che mantengono inalterata la composizione e l'attività dopo la cottura, chiamate Lectine. Specie tipicamente invernale, si trova sempre in numerosi esemplari su lettiera di latifoglie e spesso condivide il medesimo ambiente con il tossico Entoloma sinuatum, specie molto somigliante per chi non conosce i caratteri morfologici fondamentali. Anche per questo motivo se ne sconsiglia il consumo. Esiste una varietà completamente bianca C. nebularis var. alba. Si presenta con un cappello convesso di dimensioni variabili tra 5 e 15 cm. La cuticola è liscia di colore grigio ± intenso. Lamelle abbastanza fitte, leggermente decorrenti, bianche con riflessi crema. Il gambo a forma di clava è biancastro e con presenza di micelio inglobato a terriccio e foglie. La carne è biancastra con odore e sapore particolare, intenso e complesso. |